Un lombardo su due beve birra contadina: abbinarla al dolce? Si può

Coldiretti e Consorzio Birra Italiana promuovono la filiera brassicola nazionale e regionale

Sono oltre 4 milioni i lombardi che consumano birra, pari a oltre il 49% del totale. In pratica uno su due. È quanto emerge da un’analisi della Coldiretti Lombardia su dati Istat, in occasione del webinar “Come nasce la birra contadina” organizzato in collaborazione con il Consorzio Birra Italiana, che mira alla tutela e alla promozione della birra artigianale Made in Italy. Durante l’incontro online è stato ribadito come la birra si possa abbinare anche al dolce, oltre al salato.

A seconda della tipologia e dei palati, ci sono infatti birre più leggere e altre più pastose. La regola base è però quella di un consumo responsabile. L’apporto calorico va dalle 34 Kilocalorie per 100 grammi delle birre standard alle 60 Kcal di quelle più alcoliche, fino a scendere a circa 22 Kcal nel caso delle birre analcoliche.

In particolare, lo scopo del Consorzio Birra Italiana è la valorizzazione della filiera produttiva locale, creando un rapporto più solido tra i piccoli produttori di birra e i coltivatori di orzo, luppolo e altre materie prime complementari.

In Lombardia ci sono 155 micro birrifici, il 16% del totale italiano, con una produzione di 112 mila ettolitri. Numeri che hanno spinto la regione alla creazione del Pdl “Promozione e valorizzazione della filiera agroalimentare brassicola regionale” presentato in Commissione agricoltura ad inizio febbraio.

Il consumo della birra artigianale è diventato negli anni sempre più raffinato e consapevole, con specialità altamente distintive e varietà particolari. Nelle campagne lombarde non mancano esempi di birra contadina, come quella a base di mais corvino proposta da Carlo Recchia, giovane imprenditore agricolo di Formigara in provincia di Cremona.

«Il mais corvino – spiega Recchia – è un cereale antico, dal chicco nero e allungato, coltivato dai Maya già nel 3.500 Ac. Rispetto al mais comune, questa variante unica contiene il doppio delle proteine, ha il 20% dei carboidrati in meno, e 20 volte in più gli antiossidanti, pari a quelli contenuti nel mirtillo».

La mia esperienza di produttore di birra è nel segno della collaborazione tra aziende del territorio. Mi appoggio a un birrificio locale: la mia azienda porta il mais corvino, mentre un’altra impresa agricola mi assicura malto d’orzo».

«Altri piccoli produttori locali – prosegue Recchia – forniscono il luppolo prodotto in Italia. In questo modo nasce la mia birra agricola, che è ad alta fermentazione e a bassa gradazione alcolica, e che propongo ad agriturismi, bar, e che vendo anche tramite web.

Considero importante il percorso che è in atto, grazie al Consorzio Birra Italiana, con la sfida di mettere insieme produttori di birra e materie prima, per creare e promuovere una filiera della birra tutta italiana».

Nella bergamasca la birra contadina nasce nelle campagne di Ardesio. «La nostra birra la produciamo con orzo e frumento coltivati in Val Seriana e quindi ha un profondo legame con il nostro territorio – spiega Marco Delbono, imprenditore agricolo – Il luppolo invece lo prendiamo da un’azienda agricola milanese con cui abbiamo costituito una rete d’impresa».

«Abbiamo iniziato questa scommessa nel 2016 – dice ancora Delbono – e da subito abbiamo puntato sull’identità e sulla qualità del prodotto. Il processo produttivo, così come il protocollo di coltivazione delle materie prime, segue uno specifico disciplinare e questa scelta ci sta dando grosse soddisfazioni perché il consumatore finale apprezza questa attenzione».

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